Dopo un’emergenza sanitaria durata 790 giorni, “ripartenza” è stata una delle parole più utilizzate in moltissimi contesti. Tra questi, certamente il lavoro con adolescenti e giovani, nel tentativo di ricostruire un piano di opportunità che oltre a rimarginare le ferite sia capace di definire nuovi scenari in cui potersi collocare. Nelle pagine di ImmagineRO vi è il racconto di un’esperienza di ascolto, dialogo e disegno dell’immaginario di una Città a partire dai giovani, con la comunità: un’accelerazione in cento giorni verso un evento che pone le basi di metodo e contenuto per gli anni a venire.
A seguire l’introduzione curata da Michele Marmo e qui il link per scaricare gratuitamente il libro.
Adulti e giovani: una comunità in ascolto
Michele Marmo
La caratteristica principale di un adulto che avverta profondamente l’importanza di costruire il futuro insieme alle nuove generazioni è quella di essere una persona capace di ascolto.
E se un adulto ascolta cosa chiedono i giovani oggi, si pone in una condizione che apre alla speranza dell’inedito, facendo propria una richiesta costante che emerge in ogni contesto di lavoro con i giovani tradotta da un gruppo di loro in questo slogan “Mai più qualcosa per noi, senza di noi”! È l’invito a pensare politiche non più per i giovani, ma dei giovani.
Ascoltando ci siamo accorti di quali siano le aspettative che li muovono nel cammino verso il loro appuntamento con il mondo.
Il rafforzamento delle competenze trasversali (life skill) è la prima delle aspettative che gli adolescenti ritengono decisive: avvertono che le esperienze sono significative per la loro crescita se li abilitano a “stare al mondo”, in questo mondo. Il patto di reciproco impegno si rinsalda nella misura in cui, a fronte di situazioni di bisogni reali e di attese sensate, si sentono chiamati a mettere in campo le loro risorse, si sentono riconosciuti e avvertono di consolidare competenze indispensabili per individuare una propria “collocazione” nel mondo.
La seconda richiesta che avanzano è di vivere possibilità plurali di partecipazione e di cittadinanza attraverso esperienze ingaggianti, di cui vedano i risultati e che traducano in “prodotti” il loro cimentarsi. In altri contesti parlavamo di proposte che non confinassero i giovani nel territorio del “come se” o della fiction, agevolandoli invece nel misurarsi nel campo del “come è” e nella possibilità di incidere sul mondo a portata di mano in maniera significativa e trasformativa.
In terzo luogo emerge soprattutto che ciò che cercano questi compagni di viaggio è esercitarsi su molti fronti nel farsi cittadini critici e attivi oggi, non domani. Ragazzi e ragazze non vogliono sentirsi dire enfaticamente che sono risorsa del futuro, ma vogliono essere riconosciuti risorsa dentro l’oggi. Certamente, oggi più di ieri, anche in funzione della costruzione di un futuro possibile, ma soprattutto come valore aggiunto da mettere in azione per vivere meglio qui e ora, rispettando ogni forma di vita.
In quarto luogo, questa volontà di volgersi al futuro è accompagnata da un’esigenza altrettanto urgente, a maggior ragione dopo l’esperienza di questi due anni di “contatti normati”, di vivere o tornare a vivere un’intensa dinamica relazionale fra pari. Il vissuto gruppale e inter-gruppale tra adolescenti e giovani occupa uno spazio delicato nella ricerca del come ripensare la socialità e il con-vivere stesso.
Da ultimo comunicano con forza il desiderio di essere parte di un noi-comunità capace di avanzare una visione di futuro, capace di restituire speranza, sostenibilità nella responsabilità e superando la postura depressiva e miope che molti adulti scoraggiati mettono in scena nei diversi contesti pubblici e privati.
Queste attese sono state riconosciute come fondanti la proposta di questo processo partecipativo costituendone l’orizzonte di senso e l’ipotesi di successo. Questo testo intende, oltre a rendere conto del percorso fatto, descrivere il processo, le scelte di metodo e le logiche. E possiamo dire che i risultati ne confermano la sensatezza e l’efficacia. Ora occorre procedere, non fermarsi e dare ulteriore forza concreta a questo processo.